Etossichina: l'Italia dice basta al conservante per la frutta

etossichina conservante fruttaL’etossichina è una molecola che viene utilizzata per consentire la lunga conservazione della frutta. In Italia, secondo le disposizioni del Ministero dell’Ambiente e di quello della Salute, è stato deciso di dire stop all’uso di questa sostanza: non potrà più essere importata nel nostro Paese frutta che contiene l’etossichina. La decisione è scattata, dopo aver condotto un’ampia istruttoria, tenendo conto anche del parere dell’Istituto Superiore di Sanità. Gli esperti hanno ritenuto opportuno sottolineare che ci sarebbero delle criticità che riguardano i residui di questa sostanza in correlazione con la salute dei consumatori.

In maniera più precisa, bisogna sottolineare che l’etossichina è vietata in Europa già da qualche anno, a partire dal 2011. Tuttavia ci sarebbero dei residui presenti nella frutta che arriva dai Paesi al di fuori dell’Europa e nei prodotti che vengono importati anche da alcuni Stati dell’Unione Europea, come la Spagna. Il Governo italiano ha ritenuto come priorità la necessità di garantire il massimo livello di sicurezza, per cui non ci saranno eccezioni alla regola. Secondo ciò che è stato reso noto dai due Ministeri, la Spagna in particolare creerebbe un problema di concorrenza, a danno dei vegetali made in Italy e metterebbe in atto dei pericoli per la salute, ecco perché sarebbe necessario attuare le stesse misure in tutti gli Stati membri.
Positiva la reazione della Coldiretti, che ha sottolineato come la Spagna sia il principale fornitore di frutta in Italia, con un valore delle importazioni che è aumentato nel corso del 2013. In particolare arriverebbero dalla penisola iberica in Italia 22 milioni di chili di pere, sulle quali è consentito l’utilizzo della molecola. La Coldiretti ha spiegato come la vendita di questa frutta era stata fino ad ora consentita, nonostante tutte le perplessità che erano sorte in seguito all’utilizzo dell’etossichina. In Spagna la quantità ammissibile è pari a delle concentrazioni residue fino a 3,00 PPM per la frutta altamente deteriorabile, come le pere. Tuttavia a livello internazionale sono sorti molti dubbi, perché, anche in quantità residuale, questa molecola potrebbe essere tossica per il nostro organismo. Come al solito, il nostro punto di riferimento, specialmente se compriamo la frutta nei supermercati, dovrebbe essere rappresentato dall’etichetta.
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Foto di Marco Stregatto