Energie rinnovabili per il sociale, l'impegno di Don Ciotti per l'ambiente

energie rinnovabili socialeLe energie rinnovabili non solo fanno bene all’ambiente, ma possono costituire un’occasione unica anche per migliorare il sociale. Il tutto rientra all’interno di uno specifico progetto che il Gse sta portando avanti e che ha il nome di “Energie per il sociale”: si tratta di investire sugli impianti che usano le fonti rinnovabili, promettendo la lotta all’inquinamento dell’aria. La peculiarità del progetto consiste nel realizzare l’installazione degli impianti in dei luoghi che si trovano ai margini del contesto sociale.

Sono stati scelti soprattutto carceri e comunità in tutta Italia. Nello specifico sono stati selezionati: l’Istituto penale per minorenni di Nisida, la Comunità di San Patrignano di Coriano, l’Associazione Gruppo di Betania di Milano, l’Associazione Libera – Gruppo Abele di Torino, l’Istituto Giannina Gaslini di Genova, la Fondazione Whitaker di Mozia.
A sottolineare l’importanza dell’iniziativa è stato don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Babele: “Nelle nostre cooperative c’è un 30% di persone che hanno avuto esperienze come il carcere o la tossicodipendenza. E a tutti vogliamo offrire non solo un sostegno ma anche un lavoro utile. Ad esempio con l’energia pulita che fa parte di un progetto di educazione a stili di vita più maturi”.
Gli impianti ad energia pulita possono risolvere alcuni problemi di chi sta ai margini, riuscendo a dare una possibilità lavorativa molto importante, specialmente in un momento in cui stiamo affrontando la crisi economica e la crisi occupazionale.
Il presidente del Gse, Emilio Cremona, ha spiegato: “Ci siamo preoccupati di creare sinergia e condivisione innescando progetti trasversali”.
La questione implica però una riflessione: quanto si sta facendo nel nostro Paese, in cui comunque c’è bisogno di puntare sull’efficienza energetica, per promuovere l’occupazione nel settore delle rinnovabili?
I progetti come “Energie per il sociale” non dovrebbero rimanere delle iniziative isolate. Si dovrebbe costruire una rete ampia e intricata, capace di sfruttare al massimo un settore ricco di potenzialità per creare occupazione in un momenti difficile come quello che stiamo vivendo.
In questo modo il risultato sarebbe doppio: da un lato si creerebbe possibilità di lavoro, dall’altro si andrebbe a prestare attenzione al rispetto dell’ambiente attraverso lo sfruttamento delle eco-energie.