Efficienza energetica edifici: 1 italiano su 2 ha fatto interventi

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Stando ai dati di un’indagine di Fondazione Impresa, eseguita su un campione di 600 individui, gli italiani hanno maturato un certo interesse circa tematiche dei risparmi e consumi della classe energetica della propria abitazione. Un aumento netto rispetto ai dati dello scorso anno. Dall’indagine, infatti, è emerso che il 34,4 % degli abitanti è andato alla ricerca di informazioni sulla classe energetica della propria casa. C’è chi lo ha fatto semplicemente per soddisfare un interesse personale, circa il 52,5 per cento degli intervistati, e chi guidato dal buon senso di buon cittadino nel rispetto delle nuove leggi in materia, circa il 26,3 per cento. Una minima parte, invece, il 21,1 per cento non sarebbe stato in grado di recuperare le informazioni ricercate. I più interessati hanno un’età compresa tra i 35 e i 54 anni, residenti al centro Italia e in possesso di un titolo di studio. Dallo studio è emerso che molti italiani, oltre uno su due, ha provveduto ad intervenire per rendere più efficiente la propria abitazione, soprattutto per ottenere un risparmio economico, oltre che per contribuire al rispetto dell’ambiente.
Foto di Adam Simmons
LP

Case ad alta efficienza energetica? Non quelle dell’Aquila
Del terremoto dell’Aquila, purtroppo, abbiamo avuto ampiamente modo di parlare. Non solo dei terribili lutti che ha causato e dei disagi che ha portato alle vittime, ai familiari e a tutti coloro che hanno vissuto e stanno vivendo una situazione drammatica, ma anche dell’impatto ambientale che questo disastro ha causato. Per non dimenticare e non far abbassare l’attenzione su questa popolazione, così durante colpita, oggi parliamo delle nuove case costruite a L’Aquila e date a tutti coloro che non potevano più rientrare nelle loro abitazioni. Ecco, ne parliamo perché quasi la metà di queste case, ben il 43%, è risultato scarsamente efficiente a livello energetico.
È l’associazione per l’ambiente Legambiente a lanciare l’allarme e a rialzare il sipario mediatico sulla vicenda: le rivelazioni termografiche -ovvero quelle analisi che consentono di visualizzarsi il propagarsi del calore e l’intensità dell’energia– hanno rivelato che poco meno della metà degli edifici costruiti a L’Aquila hanno un livello di efficienza energetica basso. L’occasione per fare questa rilevazione è stata la campagna che Legambiente sta conducendo al riguardo non solo nella zona terremotata, e che viene denominata “Tutti in classe A”.
Nella città colpita dal terremoto, in particolare, è stato evidenziato che 7 delle 16 differenti tipologie di costruzioni realizzate all’interno del progetto C.a.s.e. fosse insufficiente per la resa energetica e la tenuta tecnica del calore, con particolari criticità rilevate nell’ambito delle superfici esterne. Le costruzioni energeticamente di livello inferiore si trovano nei quartieri di Sant’Elia, Tempera, Bazzano, Paganica sud, Paganica 2, Roio Poggio, Assergi, Coppito, Sant’Antonio, Camarda, Gignano, Cese di Preturo.
Le variazioni tra un’area e l’altra oscillano dai 3 ai 6 gradi, segno di una forte mancanza di omogeneità lungo le pareti della struttura. La conseguenza di questo fenomeno non è, banalmente, sentire più o meno freddo, ma la dispersione di calore correlata, quindi le maggiori fonti di cui l’abitazione necessita per essere portata alla giusta temperatura: in questo modo allo spreco economico si aggiunge un aumento ingiustificato delle emissioni di co2, cosa che si sarebbe potuta evitare costruendo con maggiore attenzione all’ambiente e al rispetto di semplici regole di edilizia sostenibile.
photo: αnnα