Colonnine per auto elettriche a Milano: come (non) funzionano

Colonnine_auto_elettriche
Sono a Milano (grosso centro urbano che si prepara all’EXPO 2015 e non in provincia), ho un’auto elettrica tra le mani (Citroen C-Zero) e decido, preso dal desiderio di provare ad accedere a zone off-limits come fanno i politici con le auto blu, di andare in centro durante una giornata di blocco totale del traffico (venerdi 9 Dicembre 2011), nel pieno dei giorni di traffico per le spese di Natale.  
Posto anche su Facebook la mia azione richiamando l’attenzione e l’entusiamo di molte persone che mi chiedono feed-back sull’auto elettrica e sulle modalità di ricarica.

Ho la Citroen C-Zero da una settimana per i test per il sito di motori Alla Guida, difficile permettersi un’auto da 35.000 euro solo elettrica. Quindi, mosso da uno spirito green e dal blocco totale delle auto e delle moto decido di provare ad usufruire dei servizi che il comune di Milano mi offre (come ci ha detto l’A2A, le colonnine nascono da una collaborazione tra loro e il comune): in poche parole voglio provare a ricaricare l’auto ad una colonnina pubblica.
A2A_Comune_Milano
Cercando su internet (cosa che non tutti sono abituati o possono fare in Italia), mi scarico la mappa delle colonnine presenti sul territorio e mi accorgo che ci sono previsti200 punti di ricarica all’interno del comune di Milano (così riporta il sito dell’A2A) e leggo che l’ubicazione delle postazioni delle colonnine di ricarica è stato definito in collaborazione con il Comune di Milano, ente che ha deciso il blocco totale per due giorni e quello di quasi un mese per i veicoli Euro 3 diesel senza FAP per far fronte ai valori sballati delle polveri sottili. 
 
Tengo a precisare preventivamente che sono d’accordo con i tentativi e i progetti che mirano a mantenere l’aria pulita anche perché secondo l’ultimo dato disponibile al 25 dicembre 2011 siamo già a 131 «sforamenti» dall’inizio dell’anno (la legge europea concede al massimo 35 sforamenti in un anno); questo è l’anno peggiore degli ultimi 5, da quando è stato introdotto l’ecopass
 
Con queste premesse mi dovrei schierare dalla parte dei blocchi del traffico attirando su di me l’ira dei commercianti e dei cittadini che nei giorni di piu’ alta concentrazione di spese natalizie hanno subito dei disagi evidenti. Il condizionale è d’obbligo: se fossi riuscito a ricaricare l’auto. 
Mi reco alla colonnina di via Largo Richini dove trovo sul posto un’auto del carsharing GuidaMI in carica. Parcheggio di fianco alla colonnina e mi appresto ad attaccare il cavo e mi accorgo che non so come pagare, o meglio non posso pagare. Intravedo un lettore di schede ma niente che riguardi carte di credito, bancomat o soldi cash. Cerco un numero di telefono, un numero verde, o qualcosa da poter consultare per capire come posso agire; sono disposto a comprare una ricaricabile, sono disposto a fare qualunque cosa visto che sono in riserva con un’auto elettrica nel centro di Milano nei giorni durante i quali solo io potrei girare. 
 
lettore_colonnina
Che problema c’é? Sono nel centro della città più industrializzata d’Italia con 200 colonnine, a due passi da una sede distaccata del comune, nel giorno di blocco totale del traffico. Visto che la colonnina non mi suggerisce nulla chiamo il comune, che mi passa la polizia locale, che mi passa l’ATM che gestisce il progetto carsharing GuidaMI. Nonostante siano stati tutti gentilissimi, sembrano cadere dal pero e non sapere assolutamente nulla. In compenso tutte le telefonate incominciano con un ritornello registrato sulla bontà del blocco delle auto, su come bisogna rispettare la propria città, l’aria che respiriamo, ma il problema è che nessuno mi dice come posso farlo, come posso ricaricare la mia auto. Il comune che ha deciso il blocco totale del traffico non mi ha saputo dire cosa dovevo fare, non mi ha saputo dare nemmeno il numero dell’A2A (stranamente non esposto sulla colonnina). 
In conclusione ho speso 25 euro di telefonate (che potevo utilizzare per fare benzina), ascoltato 5 minuti di filastrocche sulla bonta’ e necessita’ del blocco e sono tornato a casa quasi spingendo la macchina. 
 
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Nei giorni sucessivi scopro che sul sito dell’installatore delle colonnine posso compilare dei moduli per richiedere la carta per ricaricare ma mi chiedo perche’ devo fare un carta on line per pagare? In Europa si puo’ pagare con carte di credito e cash senza problemi.  
A2A mi dice che le colonnine non sono provviste di lettori classici per questioni di sicurezza e gestione ma i parchimetri non credo siano strumenti che vengano dallo spazio, utilizziamo il loro sistema di pagamento e gestione ma poi se offro un servizio devo anche mettere in condizioni tutti di poterlo utilizzare altrimenti non è un servizio. Si possono anche chiedere informazioni al comune di Firenze che sul proprio territorio ha un centinaio di colonnine delle quali due fotovoltaiche dove si puo’ caricare gratis, sì ho detto gratis. La società Silfi spa che gestisce le colonnine di ricarica sul territorio del comune di Firenze (attendiamo ancora la risposta del comune di Firenze) ci ha confermato che la ricarica e’ gratuita previo ricevimento di una chiave dal comune che permette di aprire lo sportello di plastica che ricopre le prese delle colonnine (in realtà sono quasi tutte aperte e quindi accessibili come dimostra la foto che abbiamo scattato in piazza Adua).  
 
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Peugeot, Renault e Citroen rilasciano informazioni presso i loro concessionari sulle modalita’ di ricarica una volta che si acquista l’auto ma non sono obbligati a dirti come si paga e dove si possono acquistare le carte per utilizzare le colonnine pubbliche (qualcuno lo fa e qualcuno no, ma solo a discrezione loro). 
 
Capisco che si tratta di un progetto in fase embrionale (come ci hanno detto i responsabili del progetto e-moving) ma voglio dare qualche numero interessante che va oltre il discorso delle auto elettriche e colonnine giusto per capire di quale fase embrionale parliamo: 
 
– le vetture elettriche immatricolate nel periodo Gennaio Novembre 2011 hanno avuto una variazione in crescita sull’anno precedente del 175%, rispettivamente del 350% per i privati, del 118.5% per le società e del 244% per il noleggio 
 
– quest’anno abbiamo superato a Milano il livello consentito delle polveri sottili ben 131 volte 
 
– a Milano ci sono 200 colonnine pubbliche per la ricarica 
 
secondo il rapporto 2011 di Euromobility a Roma le auto condivise (car sharing) sono 105 (per 2,7 milioni di abitanti), 113 a Torino, 86 a Milano, 73 a Genova, 47 a Venezia, 36 a Palermo. In Europa Bruxelles ha 227 auto per 140.000 abitanti, Brema (Germania) 167 auto per 547.000 abitanti, Monaco 345 auto per 841.000 abitanti 
 
– le biciclette condivise (bike sharing) a Roma sono 120 sempre per 2,7 milioni di abitanti, Milano dispone di 1.400 bici, a Bruxelles ci sono 2.500 bici collettive con 180 stazioni, a Parigi oltre 20.000 bici con 1.800 stazioni, a Lione 4.000 con 340 stazioni, a Barcellona oltre 6.000 bici con 428 stazioni, a Siviglia 2.500 bici con 250 stazioni, a Londra oltre 6.000 bici con 400 stazioni.  
 
Questi numeri spiegano come l’Italia sia verde solo sulle cartoline ma non nei fatti, soprattutto nei confronti dell’Europa. Se potessimo arginare le polveri sottili a parole Milano sarebbe come Capo Nord. 
La mia esperienza con l’auto elettrica vuole essere uno sprone per i nostri amministratori (in questo caso quelli comunali) ai quali diciamo che non basta dire verde, ecopass, ecosostenibile, green, ecologico o installare colonnine inacessibili per abbattere le polveri sottili ma si deve essere informati sui servizi che si vogliono dare ai cittadini (io nonostante abbia chiesto informazioni come giornalista sia al comune di Milano, di Firenze che ai gestori dei servizi di erogazione e installazione delle colonnine ancora adesso aspetto delle risposte ufficiali).
Vogliamo aprire una serie di articoli inchiesta per capire cosa c’è realmente dietro questo business perché di questo si tratta e invitiamo tutti i protagonisti che sono interessati a rilasciare dichiarazioni esaustive in merito. 
 
La morale è che stavo per rimanere a piedi con un’auto elettrica a Milano a due passi dal Duomo nel giorno di blocco totale del traffico con una colonnina di ricarica pubblica a pochi metri; se quando entravo in centro consigliavo l’auto elettrica adesso dico di aspettare oppure di trasferirsi a Firenze.
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