Cani randagi: dietro l'adozione all'estero spesso c'è la malavita? [VIDEO]

cani randagi adozioneCapita che i cani randagi vengano affidati all’adozione all’estero. Si tratta spesso di una soluzione ottimale, anche perché c’è una rete di volontari che opera in maniera ineccepibile. Queste azioni vanno a favore degli animali, che possono trovare famiglie disposte ad accoglierli benevolmente. Tuttavia a volte potrebbe capitare che il processo si inceppi, nascondendo l’impronta della malavita.

E’ questo il senso dell’inchiesta portata avanti da Repubblica, che ha gettato delle ombre inquietanti sulle adozioni all’estero dei cani. Si potrebbe parlare di traffico internazionale che porta ad una fine deplorevole per le povere bestioline?
La mancanza di controlli
ATTENZIONE: IMMAGINI CHE POSSONO OFFENDERE LA SENSIBILITA’

I trasferimenti degli animali all’estero, ma anche da un luogo all’altro della penisola italiana, avvengono spesso in massa. E’ stato calcolato che dalla Campania e dalla Puglia partirebbero in staffetta 1.200 cani ogni mese. Eppure sulla questione regnerebbe una vera e propria non curanza. Le autorità, secondo l’inchiesta, non richiederebbero controlli. Inoltre è messo in evidenza, come afferma Paola Suà, presidente dell’Ugda, che nessuno controllerebbe il controllore e non agirebbero nemmeno i rappresentanti degli enti locali e delle Regioni. Carla Rocchi, presidente dell’Enpa, ha fatto notare: “Se il sindaco è indifferente o connivente con gli appetiti delinquenziali, è la fine”.
L’inchiesta pone anche l’accento sulle strutture spesso inadeguate in cui i cani si verrebbero a trovare. Si tratta di una situazione che non dà luce a tutte le buone pratiche che le associazioni a sostegno degli animali mettono in pratica. Marco Avanzo, responsabile del Nirda – Nucleo Investigativo Reati in Danno agli Animali del Corpo Forestale, ha fatto presente: “Riscontriamo di tutto, dai canili lager fino a strutture di eccellenza. Problema comune sono le mancate sterilizzazioni”.
Cibo per gli altri cani
ATTENZIONE: IMMAGINI CHE POSSONO OFFENDERE LA SENSIBILITA’

L’europarlamentare Cristiana Muscardini, vicepresidente della Commissione Commercio internazionale, in un’interrogazione del 2011, chiedeva delle spiegazioni sul movimento internazionale dei randagi, ipotizzando perfino la macellazione. Secondo l’inchiesta presentata dal quotidiano, farebbe sospettare l’aumento di intolleranze alimentari fra gli animali domestici. Ci sarebbero sospetti anche sulle certificazioni aziendali sulla specie a cui appartenga la carne. I cani e i gatti potrebbero essere usati per produrre mangimi destinati ai loro simili?
Paola Tintori, presidente dell’Enpa di Perugia, ha fatto notare che “spetterebbe all’Unione Europea stabilire regole, secondo cui gli animali non siano considerati merce”. Eppure non ci si può opporre ai trasferimenti, perché, secondo la delega dei Comuni, in base al regolamento (CE) 998/2003 del 26 maggio 2003, si possono portare via fino a 5 cani a testa. Tra l’altro in Europa le norme sono molto differenti e spetterebbe proprio all’Unione Europea il compito di stendere una normativa omologata.
La malavita
L’inchiesta di Repubblica fa notare che ci sono state delle denunce animaliste. Presso il Tribunale di Napoli c’è anche un procedimento aperto, perché si sarebbe appurato che dietro al trasferimento degli animali ci potrebbero essere anche dei movimenti di denaro illecito. I fatti riguarderebbero in particolare il canile di Panza, a Forio d’Ischia: nei casi di adozione a partire da questa struttura, gli adottanti non sarebbero esistiti. Maria Pagano, attivista di Una – Uomo Natura Animali, racconta che “si rinunciò a un credito di 62.500 euro in cambio di 51 cani”.
La domanda sorgerebbe spontanea: perché questi possibili traffici illeciti? Perché le eventuali implicazioni di denaro? L’indagine svolta chiarisce che sarebbero stati ritrovati dei corpi squartati di cani usati come corrieri della droga. Tra l’altro non si escluderebbe nemmeno l’ipotesi che alcuni randagi potrebbero finire in un ciclo di produzione di pelli e pellicce. E poi ci sarebbe ancora un’altra pratica: la zooerastia, rapporti sessuali con gli animali condotti in dei veri e propri zoo erotici. A quanto pare, secondo le informazioni che emergono, in questo discorso sarebbe coinvolta soprattutto la Germania, anche se il governo si è battuto con delle norme apposite per vietare il tutto. Anche altri Paesi europei potrebbero essere implicati, come il Belgio, la Danimarca e la Svezia.
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Foto di Luca Di Ciaccio